Pensavamo di averle viste tutte. In questi anni ci siamo abituati al concetto di tassi negativi, frutto di una finanza surreale dove chi prende a prestito denaro incassa anche gli interessi. Se ci pensate è totalmente illogico: ti presto soldi e ti pago perché te li prendi… assurdo!!!
Ieri ne abbiamo imparata un’altra: anche le commodity possono avere prezzi negativi. Questo è quello che è accaduto ieri sera con il petrolio che ha chiuso attorno ai -37 dollari al barile. Un conto è parlare di eccesso di offerta, di problemi di stoccaggio, della necessità di vendere a sconto o a prezzi simbolici il petrolio pur di liberare capacità di immagazzinamento, un altro è essere costretti a vendere il petrolio a prezzi che francamente non hanno senso. Ti pago perché te lo vieni a prendere… assurdo!!!
Le vendite che hanno portato ad un crollo senza precedenti, sono state causate dall’impossibilità da parte degli investitori finanziari di ricevere il petrolio oggetto dei cosiddetti contratti “futures”.
Ma cosa sono questi contratti? Acquistare o vendere futures significa impegnarsi ad acquistare o vendere alla scadenza ed al prezzo prefissato l'attività sottostante, in questo caso il petrolio. E’ quindi un contratto con il quale le parti si obbligano a scambiarsi, alla scadenza, un certo quantitativo di petrolio ad un prezzo stabilito.
I contratti futures sono tipicamente con scadenze mensili per parecchi mesi a seguire.
Quando ci si appresta alla scadenza, ovvero quando dovrebbe avvenire lo scambio tra il bene fisico e il denaro, al prezzo stabilito, solo gli operatori commerciali possono farlo, mentre nessuno degli operatori finanziari è nella condizione di ricevere la consegna fisica del petrolio; ne consegue, quindi, che in tanti devono “rollare” la posizione.
Cosa significa rollare? Significa spostare in avanti, ad una scadenza successiva, vendendo l’attuale contratto e comprandone un altro con scadenza in uno dei mesi a venire.
E se nessuno lo vuole comprare? Questo il problema che si è verificato alla scadenza del contratto futures di aprile. In pochi, quasi nessuno, erano disposti ad acquistare il future in scadenza, perché nessuno (se non pochissimi) era in grado di far fronte alla consegna fisica per i problemi di stoccaggi conseguenti alle eccedenze di produzione di questo periodo di lockdown planetario.
Questa inefficienza, meramente di natura tecnica, ha solo indirettamente a che fare con lo squilibrio tra domanda ed offerta sul mercato del petrolio. Al contrario, dipende da quanto siano preponderanti le posizioni finanziarie; le speculazioni, come mi piace chiamarle, rispetto a quelle degli operatori commerciali.
Oggi, la finanza speculativa consente a tutti di prendere posizioni di scommessa sul sottostante, senza preoccuparsi di avere il bene fisicamente e nemmeno di sapere come funzionano i futures.
Io stesso ho avuto casi analoghi di clienti interessati a speculare sul prezzo del petrolio (nessuno di loro voleva mettersi i barili in giardino o in box...), senza conoscere i meccanismi finanziari sottostanti.
I prezzi negativi che si sono formati per qualche ora, sono figli appunto di questa finanza speculativa, dove basta comprare degli ETC (strumenti che replicano il prezzo del sottostante e che si negoziano in borsa come se fossero azioni), per prendere delle posizioni sul petrolio disinteressandosi dei meccanismi che regolano l’economia reale degli operatori commerciali che il petrolio ce l’hanno e se lo scambiano davvero.
Nelle ultime settimane, complice il ribasso del prezzo del petrolio, in tanti sono corsi a “scommettere”su questa asset class, aumentando enormemente il numero di contratti future da rollare alla scadenza mensile. I gestori degli ETC hanno dovuto conseguentemente procedere al “roll over” delle posizioni dalla scadenza di maggio a quella di giugno e hanno senza dubbio esacerbato il movimento di ieri, in un contesto dove pochi operatori commerciali erano disposti a comprare.
Quindi i titoli sui giornali a mio parere sono spesso fuorvianti. Il negativo infatti riguarda i futures con scadenze a brevissimo, in particolare per quelle di aprile (che avevano scadenza lo scorso 21 aprile) e con ogni probabilità sarà cosi anche per quelle di maggio, quando è previsto il culmine dell’impatto economico di questo periodo di blocco delle attività produttive. Le scadenze dei futures più avanti nel tempo, sembrano tenere bene (giugno quota 20 dollari e novembre addirittura 30 dollari), segno che il mercato prezza ad oggi una ripresa dell’economia per quel periodo.
Quindi quale impatto sui nostri portafogli?
Nel breve tutti settori che guadagnano dal petrolio saranno impattati, mentre nel medio periodo si avvantaggeranno tutti i settori che consumano petrolio. Ritengo che queste considerazioni siano già nei prezzi, questo osservando il mercato che non ha oscillato particolarmente a queste notizie (anche perché rispetto ai titoloni sui giornali il mercato sa bene i meccanismi di funzionamento...).
Se la situazione pandemia dovesse perdurare a lungo potrebbero risentirne tante piccole aziende con le relative obbligazioni high yield, che però non abbiamo in nessuno dei nostri portafogli, perché le ho sempre ritenute dal rischio/rendimento asimmetrico in un contesto di tassi a zero come l’attuale.
In sintesi, ritengo che al momento pare che i portafogli non dovrebbero risentirne. Mentre potrebbero beneficiarne nel medio periodo.
Ci sono opportunità di investimenti?
Si, per quanto riguarda la parte azionaria, di cui ci occupiamo noi. Per quanto riguarda la parte di speculazione prendendo posizioni dirette sul petrolio, sottolineo che non mi occupo della parte di trading e delle speculazioni per la quale, pur avendo una precisa idea al riguardo, preferisco starne fuori o ragionare caso per caso.
La benzina andrà a zero?
Assolutamente no!!! Al massimo potrà perdere una ventina di centesimi, ma il rischio vero è di un rimbalzo poderoso nei mesi a venire, quando la situazione pandemia si sarà sistemata.
Per concludere: il petrolio è un problema o un’opportunità?
È sicuramente una delle tante anomalie generate da questo periodo, figlio sicuramente dello squilibrio economico generato dal coronavirus. Seguendo la mentalità che mi contraddistingue, lo gestiremo come una opportunità.
Aldilà di tutto, di una cosa sono certo: nessuno vi correrà dietro pagandovi per fare la benzina o per tenere in giardino barili di petrolio.
Proteggete e proteggetevi dal coronavirus. Proteggete e proteggetevi dal virus dell’informazione.