Al fine di raggiungere gli scopi preposti, la Commissione Europea e gli Stati Membri stanno elaborando una metodologia comune di misurazione degli scarti alimentari che finora non è mai stata ideata. Un altro aspetto importante su cui l’UE porrà la propria attenzione è la denominazione delle indicazioni di scadenza. Alcune diciture possono essere fraintese, ad esempio «da consumarsi preferibilmente entro il» è spesso interpretata erroneamente dai consumatori come termine entro il quale i prodotti devono essere consumati; si tratta invece di cibi ancora commestibili.
In Italia, nel 2016 è stata promulgata la legge Gadda, dal cognome della politica che l’ha promossa, che ha la finalità di ridurre gli sprechi dei prodotti dalla fase di produzione a quella di somministrazione. Tra gli obiettivi preposti troviamo i seguenti:
«favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all'utilizzo umano[2]»;
«contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti[3]»;
«contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni[4]».
Questa legge, considerata da alcune aziende uno dei migliori esempi di norme antispreco a livello europeo, presenta un’importante differenza rispetto alla legge francese che è stata promulgata qualche mese prima di quella italiana. La disposizione italiana è basata sull’incentivo, sulla valorizzazione e sulla semplificazione delle buone pratiche, mentre quella francese è incentrata sull’obbligo di donazione da cui possono derivare problemi riguardanti la capacità di ricezione del cibo da parte degli enti beneficiari. Per entrambi i Paesi, l’UE e i singoli cittadini è una grande sfida a cui far fronte e di cui è urgente occuparsi adesso.
Come possiamo consumare in modo consapevole?
Dai dati emersi e sopracitati, si nota che durante le feste non badiamo a sprechi di cibo e, più in generarle, di prodotti. Se invece a partire da questo Natale cominciassimo a consumare in modo sostenibile?
Ecco qualche idea:
non lasciarti sedurre dalle offerte «grande formato» se non sei sicuro di utilizzare i prodotti che acquisti;
prepara la tavola di Natale con stoviglie commestibili. Molti brand stanno investendo nella produzione di packaging e stoviglie completamente biodegradabili; un esempio è la sfera Ooho che sostituisce la bottiglietta dell’acqua ed è composta interamente da piante e alghe;
programma il menù in anticipo per evitare acquisti generici che non utilizzerai;
per gli acquisti fatti consigliare da To Good To Go. Si tratta di una App che segnala i negozi e i ristoranti che a fine giornata vendono a metà prezzo i cibi freschi invenduti durante il giorno;
come da tradizione, riutilizza in altro modo il cibo avanzato.
I suggerimenti sopraesposti sembrano banali, in realtà, è sufficiente compiere qualche piccola azione e rispettare le regolamentazioni previste in UE e in Italia per contribuire a rendere il nostro pianeta più sostenibile!