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Attualità

IN NATURA TUTTO TENDE ALL’EQUILIBRIO

 
 
È da molto che la auspico. Forse questa è la volta buona per una rotazione più decisa e robusta, per una distribuzione degli investimenti che non sia solo concentrata su pochi titoli tecnologici.
 
Se si analizzano i grafici si nota una cosa molto importante: il mercato americano è salito con pochi, pochissimi titoli, ovvero quelli che maggiormente pesano sull’indice: i cosiddetti FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google). Il peso dei titoli FAANG è talmente grande e che riesce a condizionare in modo importante anche il MSCI World Index, l’indice che sintetizza l’andamento delle borse mondiali.
 
Per un gestore o per un consulente il tema è tutt’altro che banale: è indispensabile stare investiti nelle FAANG (e prendersi i relativi rischi) altrimenti ad oggi il recupero delle minusvalenze da inizio anno legate al Covid è più lento.
 
L’analisi delle performance dello S&P500, composto da 495 titoli (ex FAANG), evidenzia che le performance da inizio anno sono negative. Questo significa, se si vuole replicare o fare meglio dell’indice americano S&P500, non si può fare a meno di acquistare i titoli FAANG, che oggi sono costosissimi È una condizione indispensabile per esporsi sul mercato azionario e questo crea un circolo che determina come questi titoli continuino a beneficiare di flussi di denaro nonostante le valutazioni da capogiro. 
 
Da dove arrivano questi flussi di denaro?  Dalla grande massa di liquidità presente oggi nel sistema. Probabilmente, fino a che ci sarà liquidità nel sistema in cerca di remunerazione, i titoli FAANG non potranno che beneficiarne.
 
Quando finirà questa situazione? Ad oggi, vista la situazione economica e monetaria, è prematuro parlarne. Diciamo che è probabile che durerà a lungo.
 
In sintesi: l’asset allocation mondiale dipende da 5 titoli, con degli eccessi di performance. Da un lato abbiamo i titoli FAANG o assimilabili, le cui valutazioni sono alle stelle. Dall’altro lato abbiamo i titoli la cui performance è stata ancora debole e che aspettano “la rotazione” per recuperare la differenza valutativa e di performance con il resto del mercato.
 
Gran parte di questi titoli sono titoli value, le cui valutazioni sono ad oggi più a buon mercato a causa della forte incertezza sul recupero dell’attività economica. Cosa sono i titoli value? Sono le società più stabili, che generano annualmente una discreta quantità di utili e che quindi sono più appetibili per gli investitori con meno propensione al rischio. Sono generalmente azioni che pagano all’investitore dei buoni dividendi.
 
La mia strategia è sempre stata quella di concentrarsi su questi titoli value, secondo la logica per cui investo in cose meno speculative, più stabili e che generalmente non riservano sorprese sgradite, nelle aree e/o settori che presentano prezzi bassi.
 

Da inizio anno ad oggi, post Covid, questa strategia ha sicuramente pagato meno rispetto a strategie più aggressive di rincorsa ai FAANG o similari. Ma un ritorno alla normalità non potrà che generare un recupero di tutta la massa di titoli sottovalutata che è la base dell’economia del pianeta.  Con conseguente beneficio anche dei titoli value.
 

 
Che cosa potrebbe favorire questa rotazione? Sicuramente il ritorno alla normalità, che in questo periodo potrebbe essere il vaccino, e in questi giorni le cose stanno prendendo una bella piega in tal senso, visti i passi avanti che si stanno facendo su questo argomento.
 
Ed infatti in questi giorni, per la prima volta dopo tanto tempo i titoli tecnologici sono rimasti indietro rispetto alla crescita delle altre azioni, pur rimanendo ben comprati.

 
In natura tutto tende all’equilibrio…


Mauro Migliorati



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