E SE LA DISCESA DEI TITOLI TECNOLOGICI FOSSE SOLO UN SANO RALLENTAMENTO?
Si legge di tutto in questi giorni, soprattutto su siti americani, ad esempio ‘The Crash is Coming’ oppure quella che loro chiamano ‘The Bubble’ che sta per esplodere. Poi ci sono notizie di ogni tipo, da chi avrebbe provocato la sbandata del Nasdaq, a chi avrebbe manipolato con derivati i famosi cinque titoli (chiamati con un acronimo FAANG) che da soli fanno un quarto della capitalizzazione dell’indice americano.
Ci sarà qualcosa di vero? Probabilmente sì, ma magari alla fine sono solo semplici operazioni di copertura, vale a dire di protezione di un investimento su cui si è molto esposti. In un contesto dove i controvalori in gioco sono diventati molto grandi per alcuni istituzioni finanziarie che hanno investito tanto in quel settore.
Sarà andata così? Difficile dirlo. Se fosse, siamo comunque in presenza di normali operazioni effettuate per investire o per ridurre i rischi da parte di grandi investitori.
Oppure il mercato si è accorto che stava correndo troppo e la paura di perdere soldi ha prevalso su quella di perdere ulteriori rialzi? Magari è una combinazione delle due, con il sussulto di prudenza della massa degli investitori che ha coinciso con la mossa di qualcuno molto grande a protezione della posizione.
Il punto vero non è cedere al complottismo sempre in agguato, ma capire se è iniziata una pausa di riflessione, se siamo all’inizio di una correzione, oppure se è stata solo una concorrenza convergente di fattori.
Per capire meglio ci vogliono delle conferme.
Una in particolare arriverà il 16 settembre, quando il FOMC (Federal Open Market Committee) della Federal Reserve americana terrà la prima riunione dopo la pausa estiva e l’ultima prima del voto del 3 novembre della presidenza americana. Al mercato piacerebbe che Powell aggiungesse alla tolleranza sull’inflazione anche un target sui tassi a lunga.
L’appuntamento del FOMC sarà preceduto da quello della nostra
BCE, in calendario giovedì 10 settembre. Qui le attese e le speranze sono che Christine Lagarde segua le orme di Powell e
spinga sull’acceleratore aumentando quantità e durata dello stimolo monetario. In questo caso la difficoltà sta nel fatto che non tutti i paesi (Germania in primis) sono d’accordo.
Come dico spesso...
“trend is your friend” e ad oggi dal punto di vista puramente grafico non si intravedono segnali che facciano pensare ad una interruzione del recupero iniziato ad aprile dopo la discesa dovuta alla pandemia.
Nonostante gli allarmi sul contagio d’autunno da molti ipotizzato,
i dati dicono che l’economia americana sta disegnando la stessa ‘V’ impressa sui grafici degli indici di Borsa, dove l’anomalia finora è stata che un convoglio di testa (i FAANG) corre molto più veloce del resto del treno causando qualche sbandamento.
Se rallentasse un po’ per consentire agli altri vagoni di mettersi al passo andrebbe benissimo!!!!
Mauro Migliorati
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