Vi è mai capitato di passare ore in fila in autostrada o in tangenziale? Per molti la risposta sarà positiva. Probabilmente la maggior parte di noi impiega più di un’ora al giorno in auto per raggiungere il proprio posto di lavoro.
Secondo uno studio Censis del 2018, sono 13 milioni gli italiani che quotidianamente trascorrono circa un’ora e trenta per spostarsi da casa a lavoro e ritorno. Lo studio presenta analisi più specifiche. Oggi il numero di italiani pendolari che utilizzano l’automobile è aumentato rispetto al 2001. Sembra infatti che a causa dell’espansione delle metropoli, i lavoratori debbano percorre più strada di una decina di anni fa e che preferiscano scegliere l’automobile ai mezzi pubblici. Tutto questo implica poco tempo libero e tanto stress.
Potrà mai migliorare questa vita di faticoso pendolarismo? Forse sì, con il 5G.
Di primo acchito il 5G ci sembra solo un’evoluzione del 4G; in fondo ci sono stati tanti avanzamenti: dal 2G al 3G, dal 3G al 4G. Questo ultimo passaggio dal 4 al 5G non sarà solo un passo in avanti ma sarà una vera e propria rivoluzione.
Le nostre vite cambieranno. La differenza principale è che con questa tecnologia la latenza, cioè il tempo che intercorre tra l’invio dell’input e la ricezione dei dati, si riduce notevolmente. Si passerà da una latenza di 20/30 millisecondi a 10 millisecondi, per poi tendere verso 1 millisecondo. Un altro cambiamento sarà l’impiego di frequenze in banda larga capace di raggiungere un’ampiezza pari a 700 Mhz che copre vaste aree senza la necessità di infrastrutture.
Tutto ciò permetterà il cosidetto IoT o IdC (Internet of things o internet delle cose) perché tutti i nostri dispositivi intelligenti, smartphone, tablet, tv possono essere connessi tra loro in modo ancora più avanzato rispetto a quanto già lo siano. Anche nel settore automotive le innovazioni non saranno poche. Sono già state presentate delle auto a guida autonoma. Questa sì che sarebbe una grande rivoluzione per i pendolari. Le autovetture autonome permettono ai viaggiatori di trascorre il tempo come meglio credono. Fantastichiamo un momento. In auto potremmo leggere, lavorare, dormire…
Non è più fantascienza, è realtà.
Per vedere sfrecciare le self-driving car sulle strade italiane bisognerà pazientare ancora un po’ ma la buona notizia è che le principali città italiane sono già connesse alla rete 5G. L’entusiasmo si accende ulteriormente quando rileggiamo il seguente obiettivo dell’UE: «garantire che ogni Stato membro designi almeno una città principale come ‘abilitata al 5G’ entro la fine del 2020 e che tutte le aree urbane e i principali assi di trasporto terrestre dispongano di copertura 5G ininterrotta entro il 2025», tratto dal piano di azione della Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni - Il 5G per l’Europa: un piano d’azione pubblicata nel 2016.
Oltre alle novità nel mondo automotive sono state effettuate sperimentazioni anche in campo medico. Il marzo scorso il Dr. Ling Zhi-Pei, neurochirurgo cinese, ha eseguito un’operazione chirurgica a 3000 Km di distanza, più precisamente ha impiantato un neurostimolatore per controllare i tremori corporei in un paziente affetto dal morbo di Parkinson. Questa impresa che è stata possibile grazie all’azienda Huawei, connazionale del dottore, è un’altra trasformazione sostanziale che permette di riorganizzare i tempi di lavoro e dà la possibilità ai pazienti di essere operati o di ricevere un consulto dai migliori specialisti al mondo come se fossero nella stessa stanza.
Un altro ambito di lavoro che subirà variazioni grazie al 5G è la sicurezza. Grazie agli oggetti ed ai servizi interconnessi, sarà più semplice gestire le situazioni di emergenza. Ad esempio esistono dei tipi di sensore in grado di segnalare al corpo di polizia il luogo in cui sono stati sferrati i colpi di arma da fuoco.
Come qualsivoglia innovazione anche il 5G è accolto tra preoccupazione ed entusiasmo. Considerando che il 5G in Italia non è ancora stato diffuso in maniera capillare e, dunque, solo in pochi hanno iniziato ad utilizzare la nuova tecnologia, alcuni timori possono essere giustificati. Tuttavia, per evitare qualunque genere di paura e per diventare degli utenti consapevoli è bene informarsi costantemente presso fonti attendibili e non lasciarsi influenzare da informazioni parziali e costruite esclusivamente per generare panico nei lettori.